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Creato 2015-06-23

La ricerca storica trova nelle discipline economico aziendali uno dei suoi naturali ambiti di collocazione. Ciò è dimostrato dalle molte opere che, da secoli, costellano i nostri studi. È convinzione generalmente accolta che l’indagine storica si risolva in un aumento delle conoscenze di ordine economico aziendale, sia di quelle che rispondono ad una strategia di ricerca estensiva sia di quelle orientate ad una strategia intensiva.

Guardando alla situazione attuale degli studi possiamo individuare alcuni nuclei di ricerca ai quali fare riferimento come campi d’indagine storica già affermati e, come tali, operanti nella dottrina.

Si tratta del nucleo di Storia della Ragioneria, per lo più intesa come analisi genetica ed evolutiva delle rilevazioni contabili, di quello di storia dell’impresa e delle istituzioni pubbliche, del nucleo di Storia delle Dottrine, rivolta allo studio del processo evolutivo del pensiero economico aziendale, infine, anche se assai distanziato dai precedenti quanto a volume ed entità delle trattazioni, del nucleo di Storia delle Professioni. La distinzione tra gli ambiti delineati è sempre strumentale poiché essi si rivolgono tutti ad aspetti differenti di un medesimo oggetto: il fenomeno aziendale. D’altra parte ciò è quanto accade ogni volta che la conoscenza sì approfondisce e sì estende intorno ad un oggetto complesso.

Il nucleo di ricerca nel quale possiamo individuare il centro di orientamento fondamentale e caratterizzante per gli studi storici, necessariamente presente in tutti quelli che abbiamo delineato, è uno soltanto e corrisponde alla Storia della Ragioneria.

La Storia della Ragioneria è storia delle relazioni tra gli andamenti aziendali quali scaturiscono dall’analisi dei documenti quantitativi, di tipo contabile o extra contabile, essa e percorribile soltanto con la conoscenza delle metodologie di rilevazione.

Come qualsiasi disciplina del campo storico la storia della ragioneria si basa sul metodo di comparazione diacronica, prendendo le mosse dai documenti amministrativi che testimoniano le vicende delle aziende o delle istituzioni economiche in epoche passate. Il compito dello studioso prevede quindi la ricerca e la raccolta dei documenti utili all’indagine, che di solito viene condotta negli archivi, la traduzione e la trascrizione delle rilevazioni quantitative e non, quando le stesse risalgono ad epoche molto lontane, l’interpretazione del significato economico di queste, ma non si esaurisce con questa prima fase che possiamo ritenere intitolata alla predisposizione del materiale di studio ed al primo esame di questo. È naturale che già a questo punto si richiedono le conoscenze scientifiche e tecniche specifiche di chi ha una sufficiente dimestichezza con il non facile mondo delle contabilità.

Tuttavia, per capire come possa orientarsi il lavoro del ricercatore occorre chiedersi chi sia il soggetto dell’evoluzione storica nel mondo delle istituzioni economiche che hanno avuto vita nei secoli che ci hanno preceduto.

Ebbene, il soggetto non è mai stato il documento contabile, per quanto originale, perfetto, innovatore esso sia! Ed, infatti, non basta trovare un “mastro” o un “cartulare” in un archivio, decifrarlo e trascriverlo. Si tratta certamente di un lavoro utile, ma si riferisce ad una forma di storia che non ci appartiene. Riflette una ricerca che si cura soltanto della superficie apparente del nostro mondo, che si ferma ai fatti particolari, senza scendere in profondità. Non c’è cattiva volontà in questo modo di condurre gli studi. Forse è solo un fatto di abitudine, di tradizione, però non è una storia di cause ed effetti, dunque non è la nostra storia che, invece, è storia di relazioni di intenso significato scientifico.

Il soggetto sono le aziende, le amministrazioni pubbliche, tutto il mondo economico aziendale, quindi, con i suoi vincoli subiti ed i condizionamenti esercitati, le sue possibilità, i suoi successi, le sue cadute, il suo adattamento più o meno repentino ai cambiamenti, le sue innovazioni. Ed i documenti, le rilevazioni contabili stanno dentro alle aziende o alle istituzioni, costituiscono la base semantica di quelle, sono il linguaggio quantitativo che esse parlano, lo strumento indispensabile per questo mondo difficile percorso da forze esogene ed endogene che rischiano ad ogni momento di sfuggire dalle mani di coloro che, nel corso dei secoli, non hanno mai cessato di maneggiarle con grande rispetto e prudenza.

Ma qual è la funzione di questo mezzo? Essa consiste nel testimoniare, rappresentare, tradurre nel linguaggio significativo delle cifre, fino ai limiti del possibile, il senso degli andamenti spaziali e temporali, qualitativi e quantitativi che puntualmente seguono e sintetizzano le vicende delle organizzazioni aziendali.

Limitarsi ad un’indagine meramente “cartulare” significa chiudere gli occhi davanti al gioco delle forze nascoste, rinunciare, in definitiva, al compito della scienza che è quello di comprendere e far comprendere, fare come se le cause profonde del modificarsi delle condizioni e del conseguente variare degli andamenti non fossero là disponibili per essere decifrate e annunziare, invece, che le motivazioni complesse degli eventi sono destinate a restare avvolte nell’oscurità.

La Storia della Ragioneria è sempre anche storia delle imprese e delle istituzioni economiche, la storia delle imprese dovrà sempre essere anche storia della ragioneria. La connessione tra le due branche trae le origini dalla nostra concezione di indagine storica, quindi, dal fatto che non può esistere forma senza sostanza così come non può esistere sostanza senza forma.

Perciò, Storia della Ragioneria e Storia dell’impresa rappresentano un unico nucleo di ricerca poiché l’interpretazione non letterale dei documenti quantitativi è condizione indispensabile per comprendere e far comprendere con un doveroso grado di affidabilità la dinamica degli andamenti, le vicende aziendali di epoche storiche più o meno vicine, più o meno remote.

L’altro nucleo che abbiamo indicato come storia delle dottrine, da intendere come analisi e comprensione della linea evolutiva che nel tempo è stata percorsa dalla teorizzazione dottrinale, a sua volta, si identifica con la storia della ragioneria nella misura in cui la stessa, non limitandosi a definire i mutamenti intervenuti nei sistemi e metodi di rilevazione quantitativa, si rivolge al complesso delle cause non apparenti di tali mutamenti, alle “stratificazioni inferiori della storia”).

È vero che nella ricerca di tali cause lo studioso deve scegliere anche più volte le proprie ipotesi guida, deve tracciare le vie da seguire e per orientare tale scelta deve avvalersi delle conoscenze attinte a molte branche del mondo della cultura, (da quelle filosofiche a quelle sociologiche e tecniche) al fine di non perdere il senso delle tracce di cambiamento, fino alle pur sottili, né sottovalutare i molteplici influssi esercitati dai mutamenti dell’ambiente culturale, scientifico, economico, produttivo in cui l’azienda è collocata. Ma il ruolo di centro d’orientamento esercitato dalla storia della ragioneria rimane quello dominante poiché le scritture da sempre rappresentano una sintesi quantitativa finale in differenti sistemi dottrinali o in semplici strutture concettuali, oppure offrono un importante segnale del cambiamento delle risposte che le istituzioni economiche predispongono ai mutamenti ambientali o strutturali.

Il metodo di ricerca, che è metodo logico, ingloba la metodologia contabile la quale rappresenta il connotato fondamentale della ricerca storica nei nostri studi, cioè l’elemento decisivo su cui fondare la differenziazione rispetto alle altre possibilità d’orientamento dell’indagine storica. Tutto questo è possibile poiché la scienza e quindi anche la storia è fondata sul postulato che qualunque oggetto della natura è comprensibile e quindi spiegabile.